CONFLITTI DELL’ADOLESCENZA
L’adolescenza si configura come un periodo della vita fonte di intensi cambiamenti fisici e psichici che possono generare conflitti e disorientamento. L’adolescente si trova di fronte quindi ad importanti “compiti di crescita” riguardanti:
- Accettare il corpo che cambia: il corpo cambia fisicamente (da bambino diviene sessuato) e questo comporta un nuovo modo di percepire sé stessi, il proprio corpo e rapportarsi agli altri
- Separarsi dai genitori: gestire le nuove possibilità di autonomia (fare delle scelte, darsi dei limiti..), il bisogno di distaccarsi dai genitori per sviluppare la propria identità e al contempo quello di ricevere supporto e guida
- Rapporto con i pari: il ragazzo è alla ricerca di “nuovi modelli” che possa sentire più vicino e simili a lui (rispetto alle figure genitoriali) ed utilizza il gruppo come strumento di appartenenza, riferimento, vicinanza emotiva.
- Costruire la propria identità: il ragazzo è impegnato a rispondere ad una fondamentale domanda “Chi sono io?” (chi sono io come soggetto) e costruire così un proprio sistema di valori e ideali, fare delle scelte.
Quando l’adolescenza incontra “dei blocchi”
L’adolescenza comporta una grande trasformazione dalla quale possono scaturire momenti di difficoltà emotiva e relazionale dell’intera famiglia. Il ragazzo si trova a sperimentare un conflitto all’interno di sé e possono essere frequenti incertezze e turbolenze che vengono espresse nel proprio mondo sociale come il contesto amicale e la scuola.
Tutto ciò può creare disorientamento non solo nel ragazzo ma anche nella realtà che lo circonda, in particolare nei genitori che potrebbero trovarsi a fare i conti con il bisogno del ragazzo, impegnato nella scoperta di questo nuovo mondo non più bambino, di trasgressioni e sfide verso l’autorità fino a quel momento indiscussa (genitori, insegnanti..).
Talvolta queste manifestazioni vanno oltre la fase di passaggio del processo di crescita e comportano la difficoltà del ragazzo di “uscirne”, finendo per “bloccarlo”. In questi casi è opportuno rivolgersi ad un professionista.
Molto spesso l’adolescente manifesta il proprio disagio attraverso il corpo e l’azione:
- abitudini alimentari sregolate
- autolesionismo (tagli, bruciature)
- abuso di alcol e sostanze
- isolamento sociale
- abbandono scolastico).
Per il ragazzo avere la possibilità di riflettere su sé stesso, sull’immagine e la rappresentazione che ha di sé e degli altri, potendo soffermarsi con un aiuto esterno a darvi una risposta, può essere sufficiente per rimettere in moto un temporaneo blocco evolutivo.
COME POSSO AIUTARE
Le problematiche che possono insorgere durante il delicato periodo dell’adolescenza possono disorientare non solo il ragazzo ma anche i suoi genitori e rivolgersi ad un professionista diventa importante e utile per il benessere dell’intera famiglia.
Lo psicoterapeuta offre uno spazio di ascolto aiutando il ragazzo a prendere consapevolezza del proprio malessere, delle origini che lo hanno causato (i meccanismi affettivi-emotivi e soggettivi che celano dietro ai sintomi e alla loro espressione) e a costruire un equilibrio nuovo e funzionale.
All’interno del percorso di consultazione psicologica e dell’eventuale seguente percorso di psicoterapia vengono svolti colloqui con i genitori al fine di comprendere in modo complessivo il bisogno manifestato tramite la problematica emersa e individuare le strategie più efficaci, tenendo in considerazione proprio l’immagine, punto di vista del genitore rispetto al figlio.